Matteo Messina Denaro è sfuggito alla giustizia per 30 anni, da quel 1993 in cui diede il via alla sua latitanza dopo aver impresso la firma su atroci capitoli di storia. Accumulando un patrimonio da capogiro.
La vita da latitante di Matteo Messina Denaro, per 30 anni, sarebbe andata avanti all’ombra della giustizia ma senza particolari rinunce. Una latitanza dorata e definita “anomala” per essersi consumata nel cuore della sua terra e alla luce del sole, mentre il mondo intero gli dava la caccia. Al centro delle indagini dopo la cattura anche il patrimonio del boss, il cui presunto valore è emerso a margine dell’arresto il 16 gennaio 2023.
Il patrimonio di Matteo Messina Denaro
Il patrimonio di Matteo Messina Denaro è al centro di un giallo. Non si sa esattamente a quanto ammonti, ma Ansa parla di una stima (per difetto) di circa 4 miliardi di euro sequestrati e confiscati a lui e ai suoi prestanome negli anni. Soldi, un mare di soldi accumulati in una lunga carriera criminale a confezionare un “tesoro” la cui entità sarebbe apparsa di difficile quantificazione anche agli inquirenti.
Stragi, omicidi ed estorsioni avrebbero fruttato guadagni da capogiro al boss, ex superlatitante per 30 anni in fuga dalla giustizia. Lontano dalla galera, ma non troppo perché trovato e catturato nel cuore della sua terra, la Sicilia, in pieno giorno dopo essersi tranquillamente recato in una clinica in cui era in cura da mesi. E con il suo arresto è scattata anche la caccia ai fiancheggiatori.
Nella sua storia, fra traffici di droga, ricatti e riciclaggio, il “padrino di Castelvetrano“ sarebbe riuscito ad assicurarsi un’esistenza di lusso anche in latitanza. Un tenore di vita fatto anche di abiti griffati, di accessori costosi e di donne. Soltanto una piccola parte delle sue ricchezze, secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, sarebbe stata scoperta nel suo ultimo covo, quello di Campobello di Mazara, in provincia di Trapani.
I guadagni di Matteo Messina Denaro: un impero tentacolare nel segno di affari miliardari
Una parte della fortuna che sarebbe ricondotta al patrimonio di Matteo Messina Denaro, riferisce Ansa, sarebbe stata accumulata con affari miliardari e investimenti nel settore delle rinnovabili, in particolare in quello eolico. Messina Denaro avrebbe incassato soldi anche con inflitrazioni nell’edilizia e nella grande distribuzione, ma non sarebbe tutto qui. Il boss avrebbe incassato molto anche nel settore del turismo.
Il capomafia sarebbe riuscito a tessere le trame di un impero tentacolare con derive fino al Venezuela, addirittura, riporta ancora Ansa citando il racconto di un pentito, maturando un tesoro dopo aver investito 5 milioni di dollari in una azienda di pollame.
A quanto ammonta il patrimonio? Dopo l’arresto, sarebbe apparso impossibile quantificarlo con certezza. I beni confiscati al boss sarebbero soltanto una parte del suo presunto tesoro, tra cui insisterebbero somme affidategli dal “capo dei capi” Totò Riina. Un’eredità pesantissima come quella che Matteo Messina Denaro si porta dietro in termini di reati e condanne. Al momento dell’arresto, secondo quanto emerso, portava al polso un orologio del valore di circa 30mila euro.